venerdì 27 febbraio 2015

ZEIT: Intervista


Cominciamo sciogliendo il ghiaccio: Zeit, ovvero, tradotto dal tedesco, "tempo". Che rapporto avete con questo tanto da chiamare un gruppo così?

CESCO: Un rapporto carico di bestemmie, un po' come tanti credo. Il concetto di tempo, o l'"evidenza" del divenire, a seconda di come uno la veda, è qualcosa da cui non si può prescindere in quasi nessun contesto. Direi che abbiamo un nome abbastanza totalizzante.

Il vostro primo lavoro conta due canzoni, intitolate "Zoe" e "Bios", che in greco vogliono entrambe dire "vita". Ciò denota nei vostri testi una forte impronta filosofica: pensate che questo porti ad un allontanamento dalle altre band italiane del genere?

CESCO: Non saprei, anzi, direi di no. Ci sono tante band, soprattutto post hardcore, che abbracciano temi, per così dire, "filosofici". In realtà non vedo nei nostri testi una così marcata impronta filosofica: ci vorrebbero canzoni da dieci minuti almeno per approfondire qualcosa con approccio almeno lontanamente filosofico e, come sai, non è la durata media dei nostri brani ahaha. Aggiungerei che, nonostante in molti testi si faccia poco uso di rappresentazioni e metafore, siamo ben distanti dal linguaggio "tecnico" di cui necessita la filosofia. E, ultima, ma non ultima, cosa: le parole sono importanti e a noi dell'amore per il sapere, in senso strettamente/originariamente filosofico, non può interessare di meno.

Per quanto riguarda il riscontro, mi pare che gli ascoltatori abbiano apprezzato il debutto. Quanto ha influito, secondo voi, la scelta di fare, per entrambe le canzoni, un video?

GABRI: Avere fatto un video per ognuno dei due pezzi ha probabilmente aiutato a dare un'impronta più marcata alle due canzoni. Credo che l'ascoltatore medio ascolti più volentieri un brano se accompagnato a delle immagini. Il fatto poi di avere di pezzi ci ha spinto a decidere di fare due video.

Sulle magliette avete stampato il volto di Friedrich Nietzsche, inoltre lo citate anche in "Zoe". Come siete legati effettivamente al suo pensiero?

CESCO: Lo citiamo anche in "Zoe"? Ho scritto il testo ma non mi pare anche se forse l'ho già letta su qualche recensione questa cosa. Sulle tees è presente perchè avevamo già stampato Friedrich Nietzsche su delle magliette con gli Anbruch, una nostra vecchia band con cui facciamo ancora qualche concerto ogni tanto (https://www.facebook.com/anbruch) e, oltre ad esserci un continuum tematico con quanto fatto nei precedenti progetti, ci piaceva la resa grafica. La sua influenza è ovviamente presente nei testi, avendolo letto molto, ma non mi sentirei/ci sentiremmo di scrivere un testo con riferimento diretto al suo pensiero.

Voi provenite da Venezia, una città che da qualche anno sta regalando tantissime proposte ed è dotata di tantissima voglia di fare underground, ne è la prova il Venezia Hardcore Festival. Che aria si respira nel sottosuolo musicale lagunare? Credete che si possa effettivamente considerare come una "scena"?

ALE: Si respira un'aria davvero buona. Ci sono molte band, ci si conosce praticamente (quasi) tutti e la voglia di fare è tanta, lo dimostra come dici te il Venezia Hardcore Festival e tutto l'entusiasmo e l'impegno che ognuno ci sta mettendo.Se tu consideri "scena" come una realtà locale musicale dove si collabora e ci si aiuta spinti da una voglia comune di fare musica e divertirsi, beh, direi proprio di si, la scena hardcore-punk-metal veneziana c'è e gode di ottima salute.

Tutti voi provenite da progetti precedenti che hanno avuto una discreta fortuna, anche se erano improntati su hardcore di stampo diverso: old school con i 400Colpi e taglio swedish con gli As The Sun. Che cosa vi ha fatto maturare il post hardcore che proponete ora? Ci sono gruppi ai quali dovete una parte del vostro suono o che sono sempre presenti come modelli ai quali vi ispirate?

ALE: Direi che lo stile musicale che seguiamo è quello che sicuramente accomuna noi quattro, il minimo comun denominatore. Ognuno di noi ascolta per certi versi musica diversa, ma se si tratta di suonare assieme gli ZEIT sono quello che viene spontaneo fare quando ci metti assieme. Come riferimenti abbiamo sicuramente l'hardcore ed il crust di gruppi come Converge, Trap Them, Cursed, Baptists etc, ma anche quelle aperture melodiche provenienti dal nord Europa.

All'interno del panorama italiano odierno, invece, quali gruppi vi piacciono maggiormente?

GABRI: Calibro35.

Come componete i pezzi? Si tratta di un lavoro eseguito solo da un singolo oppure ognuno, nel suo piccolo, propone ed ha compiti precisi?

SEBA: Per comporre i pezzi ci sediamo tutti e quattro portando tutti delle idee e gradualmente cerchiamo di arrivare ad una visione comune del pezzo. Ognuno cura la propria linea strumentale ma tutti hanno la possibilità di interagire con quella degli altri. Dopo calci, sputi ed abbracci il pezzo è pronto.

Tra poco entrerete di nuovo in studio. Che cosa ci dobbiamo aspettare e che cosa vi aspettate voi dal nuovo lavoro che avete in cantiere?

SEBA: Noi l'aspettiamo come la materializzazione di un anno pieno di bestemmie, quindi le premesse sono buone! Potete sicuramente aspettarvi violenza, d-beat, blastate e roba storta. Abbiamo anche provato a fare qualcosa di più lento. Non ci siamo comunque posti limiti, credo ci saranno pezzi che magari qualcuno non si aspetta. Dopo un anno di fatiche e baruffe potreste attenderlo come si attende un'apparizione della Madonna a Medjugorje!

L'intervista è finita, se volete fare un saluto! Bella rega!

Grazie a manetta per l'intervista e grazie anche a chi l'ha letta! Ancora qualche settimana ed entreremo in studio per poi ricominciare a girare e suonare dal vivo. Se volete sapere se capiteremo nella vostra città o essere aggiornati sul nuovo disco potete trovare tutto quel che ci riguarda nella nostra pagina Facebook: www.facebook.it/Zeithc

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