venerdì 4 marzo 2016

Zeit - The World Is Nothing (2015)

Oggi ritorno occasionalmente a scrivere su questo blog dopo più di un anno di stop. Lo faccio per un motivo valido, che è espresso in quelle quattro cinque parole nel titolo. Gli Zeit, già passati più volte per queste pagine, hanno pubblicato, sul finire del 2015, un nuovo parto discografico, nato "da un anno di bestemmie", come Seba ci ha rivelato in una vecchia intervista. Inutile che presenti gli Zeit ulteriormente: chi ancora non li conosce può solo pentirsi e redimersi recuperando questo disco e buttandoselo in cuffiette.
Questo si apre con una chitarra stortissima per circa un minuto, per poi sfociare nelle prime tre tracce dove hardcore, metal, caos e blast beat si intrecciano tra loro, assieme a testi pesanti, a volte complessi ma da tenere sempre sotto gli occhi. Già in "World And Distances" gli Zeit ci svelano l'intero significato del titolo dell'album: "The world is nothing but this repetition." Una considerazione brutale, incazzatissima, resa con una tecnica della madonna, urla ed una difficoltà reale per l'ascoltatore di comprendere ciò che gli sta accadendo attorno. Dopo un breve pausa con "Disguised", "Chasing The Void" riporta su temi già trattati nella "Zoe" del primo ep, per giungere fino a "Lack Of Parts", pezzo sicuramente più emozionale di tutto l'album, ma intriso di una rassegnazione estrema. Il disco ha il suo apice un attimo prima della fine, con "The Walls Of The World", traccia complessissima e vastissima, che denota addirittura bellissime sfumature depressive black metal eseguite alla perfezione, della quale i ragazzi hanno anche fatto uscire un video.
L'album è un mostro di violenza, caos, distruzione, rabbia, che si sviluppa lungo una mezzora di complessa esecuzione e che presto verrà ristampato anche in collaborazione con l'amico Gab di Epidemic Records, oltre che altre fighissime etichette. La Venezia bene si conferma come la realtà più interessante in Italia.

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Video "The Walls Of The World"